giovedì 2 ottobre 2014

La macchina del tempo


Mi sono appena costruito la macchina del tempo. Una macchina singolare. Una macchina che va dove cazzo gli pare. Ho preso il tavolino, l’ho girato a gambe in su, e sono partito.
Il primo luogo, dove mi ha appena portato, è un burrone. Mi son messo a guardare. È profondo e non si vede la fine. Ora provo a chiedere alla macchina una spiegazione.
- Dove mi hai portato?
- Dove mi pare, bello!
D’altronde è stata costruita per quello.
Il secondo luogo, un altro burrone. Mi son messo a guardare. È profondo e non si vede la fine. Ora provo a chiedere alla macchina una spiegazione.
- Perché mi hai portato in un altro burrone?
- Perché faccio come mi pare, bello!
Conferma la sua validità di macchina costruita per quello.
Il terzo luogo, provate a indovinare?
- La finisci?
- Ma ti pare?
Ho bisogno di capire. Quindi esorto la macchina a ripartire.
Quarto luogo. L’oblio.
- Dove mi hai portato?
- Me lo sono dimenticato.
Ho girato il tavolino e sono ritornato.
Questa è la storia della macchina del tempo. Una macchina singolare. Una macchina che va un po’dove cazzo gli pare. Ho preso il tavolino, l’ho girato a gambe in su, e sono nato.
Che assurdità attribuire il burrone all’utero di mia madre.

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