Mi sono
appena costruito la macchina del tempo. Una macchina singolare. Una macchina
che va dove cazzo gli pare. Ho preso il tavolino, l’ho girato a gambe in su, e
sono partito.
Il primo
luogo, dove mi ha appena portato, è un burrone. Mi son messo a guardare. È profondo
e non si vede la fine. Ora provo a chiedere alla macchina una spiegazione.- Dove mi hai portato?
- Dove mi pare, bello!
D’altronde è stata costruita per quello.
Il secondo luogo, un altro burrone. Mi son messo a guardare. È profondo e non si vede la fine. Ora provo a chiedere alla macchina una spiegazione.
- Perché mi hai portato in un altro burrone?
- Perché faccio come mi pare, bello!
Conferma la sua validità di macchina costruita per quello.
Il terzo luogo, provate a indovinare?
- La finisci?
- Ma ti pare?
Ho bisogno di capire. Quindi esorto la macchina a ripartire.
Quarto luogo. L’oblio.
- Dove mi hai portato?
- Me lo sono dimenticato.
Ho girato il tavolino e sono ritornato.
Questa è la storia della macchina del tempo. Una macchina singolare. Una macchina che va un po’dove cazzo gli pare. Ho preso il tavolino, l’ho girato a gambe in su, e sono nato.
Che assurdità attribuire il burrone all’utero di mia madre.
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