Ho
mangiato una lumaca. Non perché volessi mangiarla, ma l’ho mangiata. Cioè, a
dire il vero l’ho ingoiata: intera. Ecco, ora mi chiederete perché? Niente, è
che avevo preso dell’insalata amara dell’orto, l’avevo lavata bene, così bene
che non restava nulla della terra, ma restava la lumaca. Ora mi immagino lei,
che passa tra la trachea e l’esofago, a farsi un giro, lenta con la sua bava
che è anche la mia, dato che ingoio la saliva. Lei no, credo che non salga,
inteso come saliva, che è qualcosa di imperfetto, inteso come verbo o come
forza di gravità, vabbè sta roba qua. Allora, scende e va nello stomaco tra
acidi cloridrici e polpa di erba frastagliata cresciuta al sole e in certi
momenti di pioggia. Niente, immagino che lei abbia una corazza e che se ne
fotta, nel senso che l’acido le faccia una sega, cioè, che non le faccia nulla
per via della corazza. Gironzola e raccoglie quello che non serve, anzi se lo
mangia. Si ciba delle mie viscere, dei miei scarti, dei miei cattivi pensieri
che sono per lei vitali, in uno scambio di favori reciproci. Dopo qualche ora
che si è ringalluzzita e con la pancia piena, a differenza della mia che è
tornata vuota, si prende la briga di entrare in autostrada che sono le mie
budella. Si mette nella condizione di guidare uno slittino per fare una discesa
libera, a prendersi l’aria sulla faccia che non ha l’odore della primavera ma
quello della merda. Schivando stronzi fermi ai box per una sorta di stitichezza,
data da una pigrizia o da un blocco di resistenza, lei fa il dito medio a tutti,
ad ogni passaggio o meglio ad ogni curva. Comprende che, finalmente, è in
dirittura di arrivo, avendo stabilito il record mondiale di velocità nell’intestino,
lei che per tutta la vita si era sempre sentita una lumaca. Si accorge subito,
dopo un gran volo, di trovarsi nel cesso e non sul podio a prendere la medaglia,
tra stronzi che galleggiano in attesa dello scroscio dell’acqua. Un attimo e si
ritrova nella fogna, e all’improvviso in un fiume, e dopo qualche giorno nel
mare, a farsi ingoiare da un pesce che viene ingoiato da un pescecane.
Questa è la storia della lumaca nell'insalata che non fa altro che essere ingoiata e cagata, tra stronzi che galleggiano, a
restare viva e vegeta.
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