domenica 9 marzo 2014

Manet


Cosa avrei dovuto pensare? ad uno spettro, ad un fantasma arrivato da chissà dove? Eppure questo lenzuolo che mi era seduto accanto, con due buchi a ridosso degli occhi, assomigliava ad una lampada accesa in una giornata di sole. Credevo di essere in quelle case antiche dove ogni oggetto viene ricoperto da un lenzuolo, coprendone le forme, per non comprendere cosa ci sia sotto, con la scusa che non ci vada sopra la polvere. Ho pensato subito, che al suo interno, ci fosse una donna nuda, col potere di scaraventarmi in un famoso dipinto di Manet, solo per quell’idea morbosa d’uomo che vuole avere tutto pronto da una donna. Certo un’immagine malsana di una società che si basa su una retorica, e perché no, sulla satira di basso livello maschilista, restando in quel pendolo tra il sentimento e il cinico gusto fisico del possesso. In realtà quando presi il lenzuolo e lo lanciai in aria, sperando apparisse un’opera d’arte, mi accorsi che non c’era niente, neanche qualcosa che potesse dare l’idea di una forma che aveva il compito di tenermi sospeso. Per mia sorpresa, scomparse anche il lenzuolo, perché non toccò mai terra e si librò in volo. Sentii la classica risata di spirito che a me non fece alcuna paura, anzi, ridetti pure io, di sana pianta, da far invidia anche ad una quercia. Quindi tutto questo per dire cosa? Niente. Se incontrerete un lenzuolo con due buchi a ridosso degli occhi seduto su una panchina… continua…

- Continua cosa?
- A vivere in leggerezza!

 

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