Cosa avrei dovuto pensare? ad uno
spettro, ad un fantasma arrivato da chissà dove? Eppure questo lenzuolo che mi
era seduto accanto, con due buchi a ridosso degli occhi, assomigliava ad una
lampada accesa in una giornata di sole. Credevo di essere in quelle case
antiche dove ogni oggetto viene ricoperto da un lenzuolo, coprendone le forme,
per non comprendere cosa ci sia sotto, con la scusa che non ci vada sopra la
polvere. Ho pensato subito, che al suo interno, ci fosse una donna nuda, col
potere di scaraventarmi in un famoso dipinto di Manet, solo per quell’idea
morbosa d’uomo che vuole avere tutto pronto da una donna. Certo un’immagine
malsana di una società che si basa su una retorica, e perché no, sulla satira
di basso livello maschilista, restando in quel pendolo tra il sentimento e il
cinico gusto fisico del possesso. In realtà quando presi il lenzuolo e lo
lanciai in aria, sperando apparisse un’opera d’arte, mi accorsi che non c’era
niente, neanche qualcosa che potesse dare l’idea di una forma che aveva il
compito di tenermi sospeso. Per mia sorpresa, scomparse anche il lenzuolo,
perché non toccò mai terra e si librò in volo. Sentii la classica risata di
spirito che a me non fece alcuna paura, anzi, ridetti pure io, di sana pianta,
da far invidia anche ad una quercia. Quindi tutto questo per dire cosa? Niente.
Se incontrerete un lenzuolo con due buchi a ridosso degli occhi seduto su una
panchina… continua…
- Continua cosa?
- A vivere in leggerezza!
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