venerdì 7 novembre 2014

Pigiama

Verso la fine degli anni novanta o giù di lì, ero drammaticamente fortunato con le ragazze. Mi spiego. Venivo sistematicamente lasciato ma trovavo subito un’altra ragazza in poco tempo. Un po’ quella storia del “chiodo scaccia chiodo”. Non facevo in tempo a disperarmi che ero già su di giri per una nuova storia. Era il periodo del primo cellulare che era enorme come un’autoradio: come quello col manico che ci portavamo appresso alle feste del paese per non farcelo rubare. Quindi, eravamo passati dal periodo “dei mentecatti tutti col Pioneer ultima generazione con l’equalizzatore”, al periodo “che cazzo mi frega se mi rubano l’autoradio tanto c’ho il cellulare e posso chiamare la polizia in tempo reale”. Faccio una digressione: ricordo con affetto che tutti compravamo il cellulare dicendo che lo facevamo per comodità: “metti che ti si ferma la macchina!!” Era la scusa più ricorrente, oppure: “se qualcuno stesse male…” (certo, chiama te invece che un’ambulanza). Sta di fatto che avevo notato che le conversazioni, tramite questo aggeggio, fossero di gran lunga più sincere che col telefono di casa. Non chiedetemi il perché, ma il telefono di casa era più diplomatico e meno diretto, forse perché rispondeva sempre prima tua madre. Infatti, fui mollato da una tipa che mi disse testuali parole al cellulare:
- Ti ho tradito con tizio! (Un mio carissimo amico, come accade sempre).
Questa ragazza l’avevo conquistata con un regalo per il suo compleanno, dato che cadeva esattamente in quel periodo di frequentazione amorosa. Quando glielo diedi, lei mi disse:
- Bellissimo! Non è impegnativo come un intimo, lo adoro e poi è utile!
Era un pigiama. Ecco, in quel periodo della mia vita, pensai che regalare pigiami alle ragazze fosse un’idea fantastica. Quindi, con la successiva, feci lo stesso! Compiva anche lei gli anni. Andai a comprarlo e ne presi due uguali identici. Ora vi chiederete giustamente il perché di due pigiami. Uno lo avevo preso di scorta, per eventuali successivi compleanni, dato che c’era un’offerta irrinunciabile di “prendi due, paghi uno”. Quando lo vide, fece una leggera smorfia di delusa soddisfazione. Ci baciammo e ci demmo un appuntamento per la settimana dopo. Appuntamento che non venne da lei mai rispettato, perché mi lasciò ancora via cellulare con un “Stasera non esco e neanche per i prossimi 150 anni”. Ero incazzato come una bestia e pensai di provarci con la sua amica che non mi cagava neanche di striscio. La ragazza era molto bella e patita del body building. Aveva dei bei muscoletti, ma soprattutto un gran fondoschiena. Le feci una corte spietata fino a quando non uscimmo per un drink, dopo alcuni mesi. Quel giorno, cazzo, era il suo compleanno. Non so se era una maledizione, ma quando arrivammo sotto casa sua, ebbi la malsana idea di darle l’altro pigiama come regalo. Premetto che la fermai a pochi centimetri dalla mie labbra, dato che stava per baciarmi, lei che da buona culturista, sapeva prendere bene l’iniziativa. Le dissi proprio così:
- Aspetta, ho una sorpresina per te!
- Maddai!!! Un regalo? – Era su di giri.
- Certo…
- E come facevi a sapere che oggi era il mio compleanno?
- Sono un veggente!
Ero bello convinto di fare un figurone. Quando lo aprì e lo vide, passarono dieci secondi dove lei controllò il contenuto e io ebbi il tipico sorriso da ebete. Fece uno più uno, dato che le donne tra loro si parlano sempre. Si girò e mi sorrise. Poi, mi arrivò un ceffone di cinque libbre che ricordo ancora oggi con affetto. Sbatté la porta e gettò il pigiama nel cassonetto dell’immondizia. Passai alcune settimane a ripetermi questa frase delirante:
- Ma non potevo darglielo dopo! Cazzo!!!!
Quel giorno smisi con i pigiami e con le donne che compivano gli anni… e mi rubarono il cellulare e l'autoradio. E non andai mai a un pigiama party.

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