venerdì 21 giugno 2013

Disfare e rifare

E se mischiassimo gli organi.
E se cambiassimo il loro naturale posto.
Se respirassimo con i reni e drenassimo con i polmoni.
Se l’intestino fosse il nostro scheletro e ci sorreggesse
e il fegato battesse al posto del cuore.
Se lo stomaco fosse lì a guardare e gli occhi a digerire
e il nostro esofago ascoltasse e la pelle non ci fosse.
Se il cervello fosse sangue che scorre, e il nostro cuore fosse sulla faccia e parlasse.
E la nostra faccia fosse lì, proprio dove state pensando, al posto del culo ma non cagasse.
Solo le braccia, ecco, solo le braccia a dirigere un’orchestra mischiata
dove i flautisti suonano l’arpa e i violinisti la tromba
Orchestrali che si cimentano con altri strumenti:
quelli a corda suonano a fiato, quelli a fiato suonano a corda.
E i tamburi diventano piatti e i piatti pianoforti.
Disfare e rifare, disfare e rifare.
Un via e vai di spostamenti, giusto per capire.
Giusto per capire la nuova conformazione energetica complessa.
Giusto per capire se la musica sarebbe sempre la stessa!

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