mercoledì 19 giugno 2013

Girasoli

- Mi scusi!
- Dica!
- Non le dà fastidio se io danzo qui e ora?
- S’immagini!
- Lo faccio spesso!
- Cosa?
- Immaginarmi!
- Non lo si fa mai abbastanza!
- Ok, io inizio!
- Anche io!
- Scusi?
- Niente.
E si legò le scarpette da punta e mi legai anch’io. Era una giornata in chiaro scuro.
Un ventaglio si aprì e fece aria, un’aria di Tchaikovsky. Un campo di girasoli presero ad oscillare malgrado fossero fermi. C’era tanta precisione nei balzi e nelle rotazioni che i suoi piedi sembrano punte di pennelli per il colore. Rimasi a guardarla come si guarda un dipinto e pensai per un momento di essere Vincent Van Gogh con una tela bianca in un pomeriggio di giugno.
- Le è piaciuto?
- Non so che dire…
- Ecco bravo, non dica niente…
Si sfilò velocemente le scarpe e corse via a piedi nudi, come solo le ballerine sanno fare.
- Aspetti… ma torna?
- E chi lo sa!


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