Lui era ubriaco quel giorno di giugno. Il sole era troppo luminoso per i suoi occhi dopo una notte di festeggiamenti e di rimpianti. Lei passeggiava il lungo mare come le aquile volano sulle cime delle Ande. Una sacerdotessa maya sembrava in lontananza, e non era colpa di un eccesso di benevolenza verso Dioniso, ma una consapevolezza fatta di sobrietà vera, contemplata da una lucidità improvvisa. Lei si sedette come si siedono quelle che portano la conoscenza. Lui rimase fermo a leggerla nei suoi occhi che trasmettevano racconti di antiche fiabe e di magie femminili di meraviglia. Respirò il sale e lo trasformò in zucchero come le api trasformano il nettare in miele.
- Lo sai perché sono qui?
- No!
- Non importa… lasciati…
E lui si lasciò…
- Lo sai perché sono qui?
- No!
- Non importa… lasciati…
E lui si lasciò…
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