mercoledì 17 settembre 2014

Sementi


Molti mesi erano trascorsi da quando avevo seminato briciole in un campo fertile. A quel tempo la terra fu rivoltata come un corpo svenuto, giusto per dare respiro a piccole sementi, lanciate a manciate come si gettano i sentimenti. Attesi nel campo delle mie possibilità la luce del sole, il passaggio di un’atmosfera selvaggia, lo scroscio improvviso della pioggia. Quando vidi il germoglio, vidi un figlio; nato fragile in un corpo duttile. Quando sentii il profumo acerbo, i colori presero vigore con impegno e ogni pianta mi regalò quello di cui avevo bisogno. Mi alzai, e andai a realizzare quello che già possedevo. Non lontano da lì, un uomo con le ali, si prese la briga di volarmi intorno. Dopo alcune virate, rimase sospeso.
- Puoi mangiare tutto, non c’è alcun frutto proibito, esiste solo l’infinito.
Mi accorsi che non era il paradiso, ma un semplice luogo dove tutto veniva partorito.
- Chi mi ha nutrito? – chiesi perplesso.
- Nient’altro che te stesso!

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