giovedì 21 agosto 2014

Acqua stagnante


Stavo fermo al semaforo rosso. Avevo la mente colma di pensieri, quelli che ti porti appresso. Liste della spesa, progetti, ansie, per non dire cataclismi. Aspettavo il verde come si aspettano le ragazze in ritardo agli appuntamenti. Di fianco, sulla sinistra, un’auto come la mia attendeva di svoltare. Mi girai per stirarmi il collo dalla durezza e dall’altra parte lo fece anche lei ma con più grazia. Rimasi a bocca aperta come un bambino quando si sorprende dalla bellezza. In quell’istante i pensieri svanirono come quando ci si inciampa per l’imprudenza, perché in quella frazione di secondo l’unica cosa che ti passa per la testa è la sopravvivenza. Mi accorsi di avere le braccia tese e le mani sul volante quasi con la strana percezione di trovarmi per terra.

Stavo ferma al semaforo rosso. Avevo la mente colma di pensieri, quelli che ti porti appresso. Liste della spesa, progetti, ansie per non dire cataclismi. Aspettavo il verde come si aspettano i ragazzi distratti dal tempo. Di fianco, sulla destra, un’auto come la mia, attendeva di svoltare. Mi girai per stirarmi il collo dalla durezza e dall’altra parte lo fece anche lui ma con più rudezza. Rimasi a bocca aperta come una bambina quando si sorprende dalla bellezza. In quell’istante i pensieri svanirono come quando ci si inciampa per l’imprudenza, perché in quella frazione di secondo l’unica cosa che ti passa per la testa è la sopravvivenza. Mi accorsi di avere le braccia tese e le mani sul volante quasi con la strana percezione di trovarmi per terra.

Scattò il verde. Le auto non si mossero. Un clacson suonò. Le auto partirono. Lui a destra e lei a sinistra. Il cuore batteva in testa. Bisognava decidere in fretta. Misero la freccia dopo pochi metri e accostarono. Fuori pioveva. Schiacciarono il pulsante delle quattro frecce all’unisono. Aprirono la porta e uscirono. Esitarono malgrado piovesse molto. C’era un viale davanti a loro. Decisero di correre verso una fermata dei pullman e si ritrovarono lì sotto al riparo dall’acqua. Tremavano come diapason per il tentativo di accordarsi sulla stessa frequenza. Lui prese l’iniziativa a pochi centimetri dalla sua faccia.

- Sai…
- Sì…
- No, niente, è che…
- Che?
- Ti sei fatta male?
- Qualche escoriazione, e tu?
- Solo un graffio…
- Dovremmo medicarci.

E vennero investiti da una grande onda d’acqua gelida di una pozzanghera stagnante, provocata da un’auto in corsa. Le ferite erano aperte senza difese. Lei cadde di peso e lui la prese.

http://youtu.be/ovyzzHXY3m8

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