Aveva
finito cena con lentezza. Fuori il cielo era pronto per l’ennesima guerra tra
nuvole che si schiaffeggiavano facendo scintille. I muri vibrarono assieme ai
vetri delle finestre al passaggio del tuono. La caffettiera era sul fuoco già
da qualche minuto e il rumore inconfondibile del caffè si mischiò col suo
aroma. Lo bevve scottandosi la lingua, quasi un presagio di qualcosa che poteva
accadere da lì a poco. Aveva finito le sigarette e decise di uscire per andare
a comprarle. Si mise la prima cosa che trovò: una maglietta bianca, jeans
sdruciti e un paio di scarpe senza lacci. Fuori pioveva a dirotto e lui non
aveva un ombrello. In realtà non lo aveva mai avuto. Si diresse verso la macchinetta
e il campanile scandì le ore che lui non si prese la briga di contare. Il suono
delle campane unite al rumore del temporale potevano assomigliare a un allarme
per un imminente attacco aereo, lui che della guerra ne aveva solo sentito
parlare. Il paese era vuoto e silenzioso, solo le finestre assomigliavano a
occhi indiscreti e curiosi. Infilò il denaro, prese il pacchetto di sigarette e
attese il saluto della voce di donna all’interno della macchinetta, che lo
ringraziava e lo salutava con un arrivederci, giusto per ricordargli che non
aveva nessuna intenzione di smettere. La pioggia era insistente e malgrado
fosse sotto a un portico pioveva di traverso. Si accese una sigaretta e vide in
lontananza una ragazza correre verso di lui nel tentativo di ripararsi. Aveva un
vestitino aderente bianco come il suo sorriso. I capelli neri erano lunghi e
ondulati sulle spalle, e gli occhi assomigliavano a sprazzi di cielo tra le
nuvole di pioggia. Quello che lo colpì fu che lei era scalza.
-
Piove… - disse lei al suo arrivo.Sembrava uscita da un film di Bertolucci. Fece segno verso la sigaretta.
- Posso?
- Certo!
E se la fumò giusto il tempo che si spense per l’eccesso di acqua.
- Ne vuoi un’altra?
- No, volevo solo fare un tiro.
Lui si accese la seconda sigaretta e la guardò bene nel viso. Aveva gocce d’acqua come lacrime disperse e disordinate. Respirava affannosamente e rideva.
- Sono pazza, vero?
Lui non disse niente, scosse solo la testa.
- Mi sono detta:”esci e corri”. Così ho fatto! Ho messo la prima cosa che ho trovato e mi sono dimenticata le scarpe, che cretina!
Il campanile riprese a suonare bloccando la voce di lui che avrebbe voluto rispondere.
- Io abito non lontano da qui… – disse la ragazza.
- Anch’io… qui intorno…
Gli prese la sigaretta e ci fece un altro tiro.
- Allora! Che dici? – chiese lei.
- Non so…
- Dai, non startene lì abbindolato!
- Ok! Sei la prima cosa che ho trovato!
http://youtu.be/8O7heJ5ILvM
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