Era
una notte fin troppo coperta per essere estiva. Nuvole sognanti riflettevano il
buio. Avrei dovuto immaginare che sopra di esse migliaia di stelle cadenti
venivano inghiottite dalla luna. Quella palla gialla stava a ridosso della terra
come un pulcino segue la gallina. Uscii sul balcone e aspettai un aereo che
potesse atterrare sul cortile. Accadde l’inverosimile e un boeing si fermò a
mezz’aria davanti ai miei occhi. Si aprì il portellone e una mano mi fece segno
di salire. Non esitai neanche un secondo e mi trovai seduto vicino al
finestrino. Non c’era nessun passeggero. Solo io e questo enorme aereo che
decollò immediatamente verso il cielo. Superò le nuvole e virò verso la luna. Sopra
vedevo il sereno e sotto la schiuma. Ci fu una tempesta di stelle e non ebbi il
tempo di esprimere i miei desideri, soprattutto quelli che avevo sempre a portata
di mano anche quando non è agosto e le stelle stanno lontano. La luna
assomigliava a un grande faro per naviganti sperduti tra Scilla e Cariddi o tra
cazzi e mazzi. L’aereo prese a sobbalzare e mi feci prendere dalla paura. Si
accesero le luci delle cinture di sicurezza mentre io corsi verso la cabina di
pilotaggio come chi corre per la prima volta verso l’inferno. Entrai col cuore
in gola e chiesi cosa stesse accadendo. Si girò lei con due occhi di bronzo e i
capelli di vento, e il cuore mi uscì dalla bocca.
-
Dove stiamo andando?- Distante!
- Dove?
- Prendi la cloche e non fare domande.
http://youtu.be/86e57szhQo8
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